venerdì 1 aprile 2011

Guy de Maupassant, La Venere di Siracusa

Guy de Maupassant

La Venere di Siracusa



 [..]Tante persone traversano continenti per raggiungere luoghi di culto e di miracoli; io, ho portato le mie devozioni alla Venere di Siracusa!
Nell’album d’un viaggiatore, avevo visto la fotografia di tale sublime femmina di marmo, e me ne innamorai, come ci si innamora di una donna. Fu per lei, forse, che mi decisi al viaggio; parlavo e sognavo di lei in ogni istante, prima ancora d’averla veduta.
Varcando la soglia del museo, la scorsi in fondo un sala, bella come l’avevo immaginata. Le manca la testa, non possiede un braccio; eppure, giammai una figura umana mi è apparsa più stupenda e fascinosa.
Non è affatto la donna dei poeti, la donna favoleggiata, la donna divina o maestosa, come la Venere di Milo, è la donna tale com’è, come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. E’ prosperosa, col seno florido, l’anca robusta e la gamba vigorosa; è una Venere carnale che quando la si vede, in piedi, è naturale immaginarla coricata.
Il braccio perduto celava i seni; con la mano rimasta solleva un panno col quale copre, con grazia, i fascini più intimi. Tutto il corpo è fatto, ideato, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi confluiscono, tutto il pensiero vi concorre. Questo gesto semplice e naturale, pregno di pudore e di sensualità, che nasconde e mostra, che vela e svela, che attrae e allontana, sembra definire tutti i caratteri della donna sulla terra.
Il marmo è vivo. Lo si vorrebbe carezzare, con la sicurezza che cederà sotto la mano, come la carne. Le reni soprattutto sono animate e belle fino ll’indicibile. Scorre in tutto il suo fascino la linea sinuosa e piena del dorso femminile che va dalla nuca ai talloni, e che, nel contorno delle spalle, nelle rotondità calanti delle cosce e nella tenue curva del polpaccio assottigliato fino alle caviglie, rivela tutte le modulazioni della grazia umana.
Un’opera d’arte si mostra superiore quando è, nel medesimo tempo, il simbolo e l’espressione esatta d’una realtà. La Venere di Siracusa è una donna, ed è pure il simbolo della carne. Mentre usciamo, rivolgo ancora a quei fianchi di marmo l’ultimo sguardo, quello che si lancia dalla porta alle persone amate negli istanti dell’addio.[..]

Nessun commento:

Posta un commento